Il pastore Giacomo legge i primi passi del Salmo 40, un canto di Davide al Signore “Ho pazientemente e fermamente aspettato il Signore e Lui si è chinato su di me e ha ascoltato il mio grido, mi ha tirato fuori da una fossa di perdizione dal pantano fangoso e ha fatto appoggiare i miei piedi sulla roccia e ha reso sicuri i miei passi“; Davide è un adulto che crede in Dio, ma non sempre nella vita le cose vanno bene, e quindi anche noi come Davide, abbiamo bisogno di fidarci e appoggiarci a Dio e di trovare in Lui la forza; leggendo le prime frasi può venirci in mente l’immagine del neonato che piange e la mamma che si china su di lui, lo prende in braccio, lo attacca al seno e questo grido finisce, ma non solo, avviene che gli occhi della mamma sono sul bambino e viceversa, quindi c’è un contatto che va oltre il nutrimento fisico. Queste espressioni poetiche ci aiutano a capire che Dio è vicino a noi e che quando gridiamo, lo chiamiamo, Lui si inchina a noi anche se non siamo più bambini, nella vita c’è un tempo anche per gridare, non necessariamente un grido fisico espresso con la voce, ma un grido che sale dalla nostra anima, un’invocazione “Signore aiutami, abbi pietà di me”. Questa immagine di mamma e figlio ci aiuta a comprendere quello che succede quando gridiamo a Dio: Lui non solo ci ascolta, ma ci prende in braccio, si prende cura di noi e ci fa entrare in una dimensione diversa, dove il nostro grido si spegne mentre ci saziamo della Parola di Dio; ecco perché il contatto con la Parola di Dio è necessario e utile alla nostra vita presente: spegne il grido ed accende in noi la pace.
“Tu mi hai tirato fuori da una fossa di perdizione, hai appoggiato i miei piedi sulla roccia“: io mi ero impantanato, ma il Signore ha messo sotto i miei piedi una roccia! La nostra fede nel Signore ci consente di appoggiare la nostra vita su questa roccia: la roccia per eccellenza è Gesù Cristo, affidiamoci a Lui facendo la Sua volontà, non appoggiamoci sui nostri sentimenti ed emozioni che sprofondano continuamente, ma su Gesù Cristo la roccia eterna che ci è stata data, così che evitiamo di continuare a vivere negli sbagli (“hai reso sicuri i miei passi“); e succede così che non c’è più un grido ma c’è un canto nella nostra bocca che significa lode, ringraziamento, adorazione, significa “Dio mi fido di te, grazie per il tuo amore, la tua misericordia, la tua salvezza che metti nella mia vita e grazie perché come un bambino posso lasciarmi curare da Te e nutrire della tua Parola”. Guardando al Signore siamo illuminati, il nostro sguardo verso l’alto ci consente di andare oltre le difficoltà e imparare a fidarci di Dio, onorandolo con un canto di riconoscenza e di lode.
Buon ascolto!