I miei genitori e mia zia si convertirono quando avevo 6 anni, perciò sono stata educata in una famiglia cristiana. Fino ai dieci anni avevo quasi sempre partecipato agli incontri con gioia, ma, data la mia tenera età , non avevo mai dichiarato di essere cristiana. Poi, con l’inizio dell’adolescenza, ho cominciato a pensare solo alla scuola, agli amici, ai cantanti, ma non a Dio. Pensavo che non fosse cambiato nulla da prima e mi “adagiavo sugli allori” pensando che la salvezza mi fosse data perché i miei genitori erano cristiani. Poco a poco cominciai a ragionare: mi dicevo cristiana, ma cosa mi distingueva dagli altri? Solo andare in chiesa la domenica mattina e assistere al culto sbuffando e chiacchierando con le mie amiche?! Ma questo non bastava!
Riconosciuto il problema mancava soltanto una scintilla per potermi fare interessare -e in seguito innamorare- di Dio: i miei genitori, vedendo il mio disinteresse per la chiesa, insistettero perché, durante i culti, rimanessi con loro e partecipassi di più. La stessa cosa successe ad una mia amica, così cominciammo a sederci vicine partecipando al culto volontariamente e con gioia. Una bellissima mattina di Febbraio, io e la mia amica andammo davanti alla chiesa per accettare Gesù come nostro personale salvatore e offrire la nostra vita a Lui. Purtroppo, nei giorni successivi mi si presentò davanti una dura prova; mi sembrava che il mondo intero mi fosse caduto addosso e, in qualche modo, avevo perso i miei punti di riferimento.
Passavo le giornate a piangermi addosso e dimenticavo che c’era qualcuno che era più forte di me e di chi era contro di me; nonostante la mia grossa dimenticanza Dio è rimasto con me e ha sistemato tutto. Prima che io mi accorgessi di quello che aveva fatto il Signore per me rimanevo ferma nella situazione in cui mi aveva messo la prova; allora, per svegliarmi, Dio mi ha messo davanti la testimonianza di alcune persone che mi circondavano (due bellissime conversioni e una grande risposta che aspettava una persona a cui voglio bene).
Così mi posi questa domanda: “Voglio veramente rimanere ferma in questa situazione? Dio ha risolto tutto e mi ha benedetto in altri campi della vita, cosa altro posso fare per Lui?”. Allora decisi di battezzarmi, per ufficializzare davanti agli uomini e alle creature celesti che io APPARTENGO A DIO E NULLA MI PUO’ FARE RITORNARE INDIETRO. C’era solamente un piccolo problema: molti vedevano il mio battesimo come un passo troppo affrettato per una ragazzina di 13 anni e io ci rimanevo male; ma il mio Padre Celeste ha provveduto anche a questo mettendomi davanti un versetto della Bibbia:
“Nessuno disprezzi la tua giovane età ; ma sii di esempio ai credenti, nel parlare, nel comportamento, nell’amore, nella fede, nella purezza” (1 Timoteo 4:12).
E’ già passato più di un anno dal mio battesimo e da allora il mio percorso con Dio non si è mai interrotto e so che Lui provvede e provvederà sempre per me, perché mi ama!
Elena